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Sentenza del Consiglio di Stato del 10/9/2010: è l'Ente Locale a decidere sulla rilevanza economica di un servizio

 

Bandiere del Comune

"La qualificazione di un servizio pubblico locale secondo il parametro della rilevanza economica o meno non dipende dalla sola capacità di produrre utili del modulo gestionale, ma dai vari elementi di sviluppo nel contesto. Il Consiglio di Stato, sezione V, con la Sentenza 6529 del 10 settembre 2010, propone una lettura innovativa delle linee-guida definite dall'ordinamento comunitario, esaminando il caso di due comuni che avevano deciso di non esternalizzare più (mediante appalto) il servizio di refezione scolastica, ma di gestirlo in forma associata mediante affidamento all'istituzione per i servizi alla persona di uno dei due enti."

Continua a leggere l'articolo "E' l'Ente a qualificare il servizio" del 27/9/2010 sul sito del Sole 24Ore...

 

 

 

 

In particolare la sentenza afferma che è l’ente locale a stabilire se un servizio è privo di rilevanza economica o è di rilevanza economica; la definizione di “privo o non privo di rilevanza economica” è quindi una scelta politica e non una derivazione della natura intrinseca del servizio.

Come afferma Marco Bersani del Forum Italiano dei Movimenti dell'Acqua: "Si tratta di un passaggio di straordinaria importanza nella battaglia per i beni comuni e per la ripubblicizzazione del servizio idrico. Questo passaggio conferma quanto il Forum Italiano dei Movimenti dell'Acqua sostiene da tempo, in particolar modo si dà così forza alla campagna di modifica degli statuti comunali (1)".

Questa sentenza non si limita al servizio di gestione del'acqua ma fornisce un fondamento giuridico alle battaglie di tutti coloro che si oppongono alla svendita de servizi pubblici in generale, dal servizio idrico alla refezione scolastica, al trasporto pubblico.
Inoltre, definendo in maniera chiara come la scelta di procedere a privatizzare i servizi pubblici sia politica, nessun ente locale potrà più difendersi affermando l'impossibilità di opporsi a tali privatizzazioni e sostenendo che sia lo Stato Italiano o le Regole definite in ambito Europeo ad imporglielo.

Le nostre amministrazioni non hanno scuse quindi e dovranno farsi carico, nel bene o nel male, di fronte ai cittadini delle conseguenze delle loro scelte in seguito alla privatizzazione o no di un servizio pubblico.

(1) I Movimenti per la difesa dell'acqua pubblica, oltre alla campagna referendaria, hanno già proposto ed ottenuto in molte amministrazioni locali, la modifica dello statuto e la conseguente definizione del servizio idrico come servizio privo di rilevanza economica, escludendolo di fatto dall'applicazione de decreto Ronchi e della conseguente privatizzazione.

[da www.fabionews.info]