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Forum italiano dei movimenti per l'acqua

Comitato Acqua Pubblica Torino

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Comunicato 

La vicenda dell’acqua pubblica a Torino dimostra una volta di più quanto la classe dirigente di questa città, come del resto quella governativa nazionale, sempre più si stiano allontanando dai principi di legalità costituzionale: La Stampa, 8 luglio 2013. 

Si veda il suo disprezzo per la volontà espressa da 383.651 cittadini torinesi e da 1.034.562 elettori della provincia di Torino nel Referendum del 12 e 13 giugno 12011 con cui hanno detto chiaramente che l’acqua non è una merce ma un bene comune che va gestito senza scopo di lucro, quindi da un Ente di diritto pubblico.

Non contento di aver manipolato con arroganza la delibera di iniziativa popolare firmata da migliaia di cittadini che proponeva di trasformare SMAT in azienda speciale consortile per attuare i principi sanciti dal Referendum , il PD e la sua maggioranza si accingono ora a tradire l’esito referendario negando questa trasformazione.

Hanno mobilitato dirigenti comunali e aziendali, avvocati e tecnici per impedire una ricerca serena, approfondita, giuridicamente e economicamente ineccepibile del modo migliore per applicare il referendum e mettere SMAT al riparo dalla privatizzazione.

La nostra proposta di procedere con calma e con metodo, per cercare le soluzioni più opportune, per non creare scompensi né problemi, ma conseguire in tutta sicurezza l’obiettivo referendario è caduta nell’indifferenza e disinteresse di quasi tutta la maggioranza che ha saputo solo seminare l’iter deliberativo di cavilli, pretesti, ostacoli e superficialità.

La volontà popolare si è scontrata con una chiusura culturale e politica imputabile a un ottuso arroccamento ideologico neoliberista o peggio, ad una condiscendenza verso le potenti lobbies finanziare che da anni mirano al possesso dei servizi pubblici locali a più alto tasso di profitto, come inceneritori ed acqua.

L’unico modo per garantire che SMAT non venga privatizzata è la sua trasformazione in azienda di diritto pubblico, non certo l’introduzione di misere alchimie sulle percentuali di voto. La vicenda TRM insegna.

In passato, di fronte a manovre altrettanto subdole e arroganti, i padri dell’emancipazione sociale e del progresso hanno saputo resistere “un minuto più del padrone”. I figli di quei padri siamo noi.

  

Torino, 9 luglio 2013