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Buona notizia della pronuncia della Corte dei Conti che porta un bel contributo all'iniziativa di trasformazione di SMAT SPA (e delle SPA idriche italiane) in Aziende Speciali di diritto pubblico, affermando che "È venuto meno ogni divieto assoluto alla gestione diretta, o mediante azienda speciale, dei servizi pubblici locali".
Il Comitato Acqua Pubblica di Torino, di fronte all’inerzia di Comune e Provincia di Torino nell’applicare l’esito referendario, nel 2012 aveva raccolto migliaia di firme a sostegno di due delibere di iniziativa popolare, depositate al Comune e alla Provincia, per la trasformazione di SMAT SpA, la nostra azienda dell’acqua, in Azienda Speciale.


Le maggioranze di centro-sinistra non hanno gradito e hanno tergiversato per oltre un anno, finché:


- il 4 marzo 2013 il Consiglio comunale di Torino ha deliberato “l’avvio della trasformazione …” subordinandola però a una serie di verifiche di fattibilità chiaramente pretestuose come abbiamo sempre evidenziato in ogni occasione utile. Leggi la delibera Comunale


La prima verifica riguardava gli aspetti giuridico-amministrativi della trasformazione, con gli Uffici tecnici del Comune incaponiti ad affermare che “la legge nol consente”.
La pronuncia della Corte dei Conti viene ora a togliere di mezzo questo macigno posto sulla strada della trasformazione. Il 13 febbraio 2014 è convocata la VI Commissione consiliare per verificare se il PD escogiterà altri ostacoli al rispetto della volontà popolare espressa dal Referendum.


- Il 23 luglio 2013 invece il Consiglio provinciale di Torino ha approvato una deliberazione di iniziativa consiliare, promossa dal capogruppo PD - Leggi la delibera Provinciale - che, sostenendo l’impossibilità giuridica della trasformazione - ha bocciato la proposta e spacciato per adeguate risposte all’esito referendario due modifiche inconsistenti allo Statuto di SMAT: Modifiche che sono state prese per buone dalla maggioranza dei 286 Comuni Soci di SMAT che dovrebbero quindi procedere alla loro approvazione. MA… il Comitato Acqua Pubblica di Torino li ha tutti avvertiti della cantonata che stavano prendendo e alcuni Comuni hanno già rettificato il tiro approvando invece una delibera che sostiene la trasformazione di SMAT Azienda Speciale (così finora i Comuni di Busano, Nichelino, Villar Focchiardo, Villar Dora e Rivalta). Altri Comuni seguiranno nel prossimo futuro.
Sulla base della pronuncia della Corte dei Conti partirà un ulteriore sollecitazione da parte del Comitato a deliberare la trasformazione di SMAT in Azienda Speciale.


E’ chiaro a questo punto che la decisione dei 286 Comuni SocI SMAT, a partire dal Comune di Torino, è squisitamente politica, non potendo più invocare presunti e inesistenti impedimenti di legge.

Ma il comitato non trascura di chiedere conto agli autori dei pareri negativi, errati e fuorvianti, che hanno tratto in inganno consiglieri provinciali e comunali, pareri suffragati da pareri legali costati fior di quattrini ai cittadini contribuenti con aggravio della spesa pubblica. In tal senso abbiamo già interpellato i Presidenti della Provincia e del Consiglio provinciale di Torino.
Tutto questo lavoro rivolto alle istituzioni sta rivelando situazioni allarmanti per la democrazia
- i consiglieri comunali sono all’oscuro di tutto e troppi non sono nemmeno interessati a sapere
- i consigli comunali non esercitano così nemmeno i residui poteri di indirizzo e controllo sulle aziende partecipate, concessi loro dalla legge (Art. 42 L.267/2000 del quale molti ignorano persino l’esistenza),
- le giunte comunali non stanno molto meglio e si affidano totalmente ai Consigli di Amministrazione delle partecipate, per cui le scelte dell’organo politico sono dettate dai Consigli di Amministrazione (SMAT gli prepara addirittura le delibere)
- Lo stesso dicasi per il ruolo di gestione (?!?) dell’ATO 3
A grande merito del Movimento dell’Acqua va comunque riconosciuto l’ aver riportato un soffio di democrazia all’interno degli Enti Locali e di aver acquisito conoscenze ed esperienze indispensabili per dare spessore alla proposta di “gestione partecipativa” qualità inscindibile dal concetto di Bene Comune.

Scarica la delibera della Corte dei Conti

Leggi l'articolo su Altreconomia

Leggi l'articolo sul Sole 24 Ore del 3 febbraio 2014