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Forum italiano dei movimenti per l'acqua

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Ai Sindaci dell’area torinese denominata Città Metropolitana



Procede inesorabile l’abbassamento per legge del livello di democrazia nel nostro Paese con  l’eliminazione del suffragio universale, libero e diretto dei cittadini nelle istituzioni (province, Senato), la drastica riduzione di praticabilità degli strumenti di partecipazione democratica dal basso (leggi di iniziativa popolare e lo stesso referendum), il ricorso ormai abituale al voto di fiducia  che ammazza il dibattito in Parlamento.

Ci preoccupa quindi molto la democrazia di secondo livello della Città Metropolitana in sostituzione di quella a elezione diretta della Provincia di Torino.
Altri hanno già evidenziato senza successo gli aspetti negativi della trasformazione in corso:

  • indebolimento delle istituzioni democratiche più vicine ai cittadini, quali sono i 315 comuni  dell’area torinese il cui ruolo – già mortificato - privato di un livello intermedio di rappresentanza  e mediazione qual era la Provincia, non potrà che soccombere di fronte al Comune capoluogo. Ruolo ulteriormente depotenziato e inevitabilmente condizionato dalle logiche partitiche, sempre meno nobili, che presiedono alla designazione dei componenti di organismi non elettivi quali il Consiglio Metropolitano.
  • Esigui se non inesistenti margini di scelta politico-amministrativa dei Comuni medio - piccoli sul futuro dei Servizi Pubblici Locali : trasporti, Igiene urbana e Inceneritore, che il Comune capoluogo ha già privatizzato: come non ricordare la privatizzazione di TRM decisa dal Comune di Torino malgrado il parere contrario della Provincia e dei Comuni contermini.

Finora l’acqua è sta salvata dalla privatizzazione, come sancito dallo Statuto della Provincia che pone tra le sue finalità, quella di:

Art. 2,  i) assicurare il diritto universale all’acqua potabile, per la sua peculiarità di bene essenziale alla vita, attraverso la garanzia dell’accesso individuale e collettivo dei cittadini alla risorsa.
 Art. 63bis - Servizio Idrico
1. La Provincia assume tra i propri fini quello di una forte regolazione pubblica tesa alla salvaguardia degli interessi degli utenti e si impegna a:

a) considerare l’acqua un bene comune non privatizzabile e di conseguenza il servizio idrico integrato come privo di rilevanza economica. Pertanto la Provincia garantisce, nell’ambito delle proprie competenze, che gli eventuali utili generati dalla gestione del servizio idrico integrato siano reinvestiti nel servizio stesso;

b) garantire che la proprietà della rete di acquedotto, distribuzione, fognatura e depurazione sia pubblica e inalienabile;

c) assicurare ai cittadini dei Comuni del territorio provinciale la massima qualità ed efficienza del servizio idrico integrato, la tutela delle acque, l’uso razionale della risorsa, l’accessibilità per tutti, l’equità delle tariffe tramite un sistema che tuteli le fasce deboli e favorisca il risparmio idrico.


Sono principi che non muoiono con la Provincia
ma devono continuare a vivere nello Statuto della Città metropolitana


Ai nostri Sindaci, che faranno tutti parte della Conferenza metropolitana,  chiediamo di  far valere quei principi e introdurli da subito e integralmente nello Statuto che avranno poi il compito di approvare.

Torino, 15 luglio 2014