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Volantino distribuito al convegno della Fondazione CRT  "Privatizzare le reti per liberalizzare i servizi pubblici locali?", 26 ottobre 2009,  ore 17:45 ,Via XX Settembre, 31 a Torino:

- SpA + società 

Se il Sindaco di Genova Marta Vincenzi tenta maldestramente di
conservare una parvenza di potere nella gestione dei Servizi Pubblici Locali, il Sindaco di Torino
Chiamparino – forse per far dimenticare i suoi trascorsi nel Partito comunista italiano? – non si
risparmia nel dimostrarsi “più realista del re”. La destra privatizza i servizi pubblici al 50% ? Lui pronto
rilancia: al 100% !

Nemmeno il governo Berlusconi è arrivato a tanto! Impone la privatizzazione della gestione dei servizi
pubblici locali conservando però in mano pubblica la proprietà delle reti. L’opposizione di sua maestà,
residuo del centro sinistra, va oltre: tutto ai privati, anche le reti! Vendute magari alle Fondazioni
bancarie. Non sono enti privati? Ma va là!

Banche e Fondazioni già dettano legge nelle assemblee dei soci delle Aziende di Servizi Pubblici Locali,
pur detenendo di solito piccole quote di capitale. Eloquente sotto questo aspetto il verbale
dell’assemblea degli azionisti Iride-Enìa del 30 aprile scorso: i rappresentanti del Fondo Equiter del
SanPaolo e del Fondo Amber delle Isole Cayman, detentori rispettivamente del 3% e del 2% delle
quote, sono stati gli unici a prendere la parola dettando con protervia la linea di gestione di Iride Enìa
mentre i rappresentanti dei Comuni di Torino e Genova rimanevano mogi mogi in silenzio.

Già con la trasformazione, negli anni '90, delle Aziende Speciali (o Consorzi) in Società per
Azioni,
trasferite dalla sfera del diritto pubblico a quella del diritto privato, gli amministratori hanno
dimostrato scarsa lungimiranza
, dato che le SpA pagano le tasse ma gli Enti di diritto pubblico NO.
Hanno così danneggiato i bilanci delle aziende pubbliche torinesi:
- di € 160 milioni di debiti verso lo Stato per tasse non pagate dal 1996 al 1999 più interessi di mora:
infatti l'UE ha giudicato illegittima l'esenzione di tre anni dal pagamento delle imposte, concessa ai
Comuni che avessero trasformato le loro aziende speciali in SpA. E’ il caso di IRIDE e SMAT che
ora sono obbligate a rifondere le tasse indebitamente evase;
- di altri € 150 milioni di euro e forse molto di più per oneri fiscali post 1999 dai quali le Aziende
Speciali AAM., AEM, GTT e AMIAT erano esenti;
- in questo modo le aziende e il Comune loro azionista si sono impoveriti a vantaggio del bilancio dello
Stato il quale “ricambia” tagliando i trasferimenti finanziari ai Comuni;
- ciò ha provocato anche il crollo in borsa delle azioni IRIDE.
Operazioni quindi, nemmeno capaci di creare valore secondo le classiche logiche di mercato, ma di
dissiparlo, assieme al residuo prestigio dell’antico buon governo sabaudo.

Amministratori o speculatori?

Rimane tuttavia difficile pensare che la scelta di trasformare le Aziende Speciali in SPA sia solo frutto
di superficialità, ignoranza o anche di infatuazione neoliberista.

Noi vediamo invece un disegno coerente del grande capitale finanziario che ha le mani sulla nostra
città. Esaurita ormai la grande riserva della rendita immobiliare favorita dal Piano regolatore, non resta
che lucrare sulla succosa rendita dei servizi pubblici. A tal fine essi vengono sottratti al ruolo di
strumenti pubblici, i soli atti a garantire il diritto all’acqua, alla casa, ai trasporti ecc. in termini di
universalità, equità, uguaglianza, coesione sociale e vengono invece trasformati in venditori di merci a
chi ha bisogno di acqua, casa, trasporti, energia elettrica, nettezza urbana.

Non a caso a governare questa partita non sono più le assemblee elettive, e sempre meno i loro
esecutivi, ma alcuni sindaci-amministratori delegati e le finanziarie di controllo dei Servizi Pubblici
Locali, legate sempre più mani e piedi alle Fondazioni e al mondo opaco della finanza.


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